
Gen 27
Il “tranello” di Rebecca e Giacobbe nei confronti di Esaù fa pensare che la Volontà di Dio si compie in ogni modo, perfino approfittando talora delle miserie e delle truffe che gli uomini architettano tra di loro. Si tratta sì di un inganno, ma lo scopo che lo rende necessario è quello di salvaguardare la discendenza che altrimenti avrebbe compromesso la stessa Fede e le radici di tutto il popolo ebraico avendo Esaù sposato due donne ittite che lo avrebbero certamente indotto in paganesimo e idolatria. Qui il fine giustifica i mezzi ma non è Machiavelli a parlare; stranamente (ma ciò non ci sorprenda...) è Parola di Dio. Colpisce inoltre il valore assoluto che gli antichi attribuivano alla parola data. La benedizione di Isacco, pur essendo estorta è tuttavia irrevocabile giacché pronunciata una volta per tutte. L’artefice della scena è Rebecca che guida la famiglia, la discendenza e conseguentemente tutto il popolo ebraico con Sapienza divina. Vera dignità della donna che non “comanda" ma sa “guidare” dietro le quinte con umiltà ma con altrettanta sapiente e scaltra determinazione... Non per se stessa o per oscuri propositi (come si farebbe e si fa spesso al giorno d'oggi) ma per amore di "quel" figlio prescelto che incarna la predilezione divina. Ieri come oggi Dio scrive anche sulle righe storte della storia e attraverso apparenti contraddizioni tesse, la trama di un grande disegno.
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