venerdì 9 marzo 2018




Gen 37-40


La prima parte della storia di Giuseppe qui contenuta e anche la vicenda di Giuda e della nuora-prostituta Tamar fa riflettere sulla grande importanza che l’integrità morale, la purezza e la sincerità dei comportamenti rivestono nel contesto della Parola di Dio. Il Giusto attraversa spesso prove infauste e pericolose “seduzioni” ma egli non può e non deve fare a meno di essere se stesso, quali che siano le circostanze. In un certo senso egli “attraversa” gli avvenimenti e la Storia proprio come Gesù, quasi senza tener conto degli arbitri che la caratterizzano. Non c’è mutevolezza o dispersione nella vicenda del giusto ma un umile rigore che non proviene da artificiali quanto timorose osservanze legali ma dalla natura stessa di un essere incontaminato e intriso di giustizia perché fidente in Dio. La Sua Parola riveste come un abito il comportamento quotidiano in un modo che oggi appare sorprendente solo nella misura in cui il nostro tempo si è allontanato da Lui. A questa originaria semplicità nella giustizia deve tendere dunque anche il nostro personale cammino di conversione. Assimilare il Giusto per rivestirci della sua integrità. Altro non è che il Regno di Dio, già presente in ciascuno di noi. Vera liberazione non più soggetta ai capricci degli eventi e all’ambiguità delle folle ma autentica Pace nella Verità.

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